Cos’è la grafica editoriale e perché è così importante?

Com’è cambiata la grafica editoriale nel tempo e perché, dall’epoca degli amanuensi, è così importante?

Partiamo da una definizione quanto più semplice ed esaustiva di questo termine: per grafica editoriale, o design editoriale, s’intendono quella serie di azioni che realizzano un layout facile da leggere e bello da vedere.

Anche se questo tipo di lavorazione dà l’impressione di essere utilizzato solamente dal secolo scorso, la sua storia è ben più antica.

Ti è mai capitato di vedere un libro realizzato da qualche monaco? La perfezione e l’equilibrio degli elementi che compongono una qualsiasi pagina sono perfetti. Ecco, questo è un’ottimo esempio di grafica editoriale e di come, dall’inizio della storia dell’editoria, questo modus operandi sia sempre stato utilizzato.

Cos’è la grafica editoriale?

Oggi, nell’epoca digitale, la definizione di grafica editoriale è rimasta pressoché invariata, intendendo quel processo creativo e analitico che permette di realizzare un layout chiaro, funzionale, accattivante e, soprattutto, leggibile per l’utente finale.

Da dove ha origine la grafica editoriale?
Se dovessimo cercare una genesi del design editoriale, la nostra ricerca dovrebbe guardare all’origine dell’uomo quando, già nella preistoria, la necessità di comunicare, lo ha portato a trovare un modo per descrivere le sue necessità incidendo segni nelle rocce in maniera ordinata e lineare, segni che hanno portato a una rivoluzione nel mondo di comunicare e, soprattutto, di pensare.

Guardando ai primissimi segni, questi erano dei semplici pittogrammi trasformati poi in ideogrammi, simboli più definiti, ordinati e dal significato complesso capace di esprimere un intero concetto più articolato.
È in questo passaggio tra il singolo simbolo e la volontà, assieme alla necessità, di esprimere un’azione più complessa a definire una prima, rudimentale, forma di grafica editoriale.

Cosa s’intende per grafica editoriale nell’era digitale?
Nel corso dei secoli questa prima bozza di grafica editoriale si è sviluppata, diventando la perfetta sintesi tra scienza e creatività, capace di combinare forme, colori e spazi, riuscendo così a creare un prodotto che ha l’obiettivo finale di essere il più leggibile possibile da parte del lettore.

In quest’epoca dedita al web, anche l’editoria tradizionale ha subito una trasformazione, o meglio un’evoluzione: l’editoria digitale.

Con la comparsa dei primi computer (desktop publishing) a metà degli anni Ottanta, si è ampliata e velocizzata la possibilità di scelta di font, colori e tipologie di impaginazione.
Queste ultime caratteristiche sono diventate fondamentali e aiutano a definire lo stile e la realizzazione dell’obiettivo predefinito.

Il font nella grafica editoriale

La scelta del carattere tipografico è essenziale per definirle lo stile.

Per esempio, scegliendo un font serif (con grazie) si dà all’impaginazione una veste più elegante a differenza di un font sans serif (senza grazie) che rende la pagina più pulita e moderna.

Attraverso l’utilizzo di un determinato font decidiamo quindi se il messaggio che vogliamo dare è serio, divertente, classico o moderno, formale o informale.

Il font nella grafica editoriale

L’uso del colore è importante come la scelta di un determinato font. La scelta di determinate tonalità aiuta a definire le caratteristiche di un brand, conferendogli freschezza, autorevolezza, eleganza o entusiasmo.
Ad esempio una pagina con un titolo di grandi dimensioni blu scuro sarà sicuramente più autorevole dello stesso titolo, con il medisimo font ma di colore azzurro chiaro che risulterà, invece, più leggero e “fresco”.

L’impaginazione per la grafica editoriale

Con un’impaginazione ben progettata s’intende una distribuzione equilibrata tra elementi della comunicazione (testi e foto) e spazi bianchi sulla pagina.
Se l’impaginazione è realizzata nella maniera corretta si stabilirà una guida per l’occhio all’interno della pagina e si riuscirà a rendere facile la lettura e la comprensione del messaggio da comunicare.

L’importanza della grafica editoriale

Il design editoriale, nel mondo dell’editoria, è l’azione che viene svolta per creare questo equilibrio anche all’interno di un quotidiano, una rivista, libro o magazine cartaceo.

Più precisamente, la grafica editoriale è il settore del graphic design che si occupa di assemblare testi, foto, disegni in maniera chiara, semplice, ordinata e ben leggibile, favorendo così la comprensione delle informazioni da parte del lettore.

Più un grafico editoriale crea un layout ben studiato, più ciò che vi è contenuto rimane impresso nella memoria del lettore.

Pensiamo a un negozio o a un qualsiasi ambiente che contiene un numero elevato di oggetti tutti diversi per tipologia e dimensioni. Quando tutti questi sono perfettamente sistemati in ordine e in modo equilibrato, la nostra percezione del negozio e la volontà di entrarci sarà maggiore rispetto a quando, questi stessi oggetti, sono tutti accantonati uno sopra l’altro o sparsi.

È proprio nelle capacità della figura professionale del grafico che rende impossibile affidare l’impaginazione di una rivista, un quotidiano o un qualsiasi magazine cartaceo a uno strumento automatico: solo l’occhio umano e le capacità del graphic designer sanno combinare forme, colori e spazi creando ogni volta il prodotto unico.

Pensiamo, ad esempio, a un quotidiano: ogni giorno è diverso, le informazioni di ieri non sono quelle di oggi, gli articoli non hanno sempre la stessa lunghezza, eppure il suo layout è così ben studiato che ne consente sempre una facile lettura.

Nella creazione di una rivista, sia cartacea che digitale, o di un libro, diverse figure professionali concorrono alla realizzazione del prodotto, il giornalista, il copywriter, il fotografo, il direttore editoriale. È compito del grafico editoriale assemblare tutti gli elementi in maniera armoniosa, così da permettere che il lavoro arrivi perfetto al processo di stampa finale.

Le competenze del grafico editoriale non si fermano al solo pensiero creativo ma deve anche essere in possesso di diverse capacità tecniche come la conoscenza dei principali software di impaginazione digitale e una profonda conoscenza delle varie tipologie di formattazione e trattamento del testo.

In breve, il grafico editoriale una volta ricevute le direttive dal redattore per dare la corretta impostazione, provvede alla progettazione del timone (la sequenza di pagine del prodotto editoriale), successivamente alla stesura del menabò (un modello di impaginazione di ogni singola pagina contenente testo, foto e/o disegni) definisce poi la gabbia grafica sulla quale tutti gli elementi troveranno collocazione secondo precise regole.
Il design editoriale prevede quindi una progettazione originale di tutto il progetto partendo dalla macro sequenza alla micro. Questo processo permette di dare una continuità e una coordinazione a ogni parte del progetto: dalla linea editoriale del giornale a quella di una collana di libri, ecc…

Le tipologie di progetto editoriale

La grafica editoriale racchiude diversi prodotti tra cui si possono distinguere due macro famiglie sui quali il professionista interviene “trasformandola” in grafica editoriale:

  • I periodici: sono pubblicazioni a carattere informativo a cadenza regolare come i quotidiani o i notiziari di enti o associazioni.
  • Le edizioni uniche: sono i libri in genere, i quali possono essere di narrativa, quindi di solo testo, oppure solo fotografici o ancora misti.

Per ogni categoria la grafica editoriale prevede regole, caratteristiche e precisi dettagli tecnici che cambiano di volta in volta.

Le capacità del grafico, la cura degli strumenti utilizzati (come il timone e il menabò), il contatto con l’autore del libro o il direttore del periodico, definiscono, di volta in volta, un prodotto diverso capace di soddisfare sia le esigenze editoriali che, soprattutto, quelle del lettore finale, al quale viene attribuito il giudizio finale e che dovrà leggere i testi nella maniera più chiara e fluida possibile.

Ogni progetto richiede attenzione, cure e strumenti diversi.
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